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19-20 novembre 2020
[BOOK OF ABSTRACTS]
L’emergenza Coronavirus ha stravolto le nostre vite e le vite del mondo intero. I limiti e la precarietà attuale, ci impediscono di realizzare in tutta sicurezza un convegno in presenza. Desideriamo comunque incontrarci per capire quale possa essere il contributo che la nostra Sezione può offrire in termini di comprensione e previsione della situazione attuale e futura, nonché di intervento per migliorare le condizioni organizzative, lavorative e di salute in cui ci siamo venuti a trovare.
Pertanto, quest’anno proponiamo di realizzare due Giornate di studio della Sezione di Psicologia per le Organizzazioni in modalità telematica. Tali Giornate di studio si terranno nel pomeriggio di giovedì 19 novembre e nella mattina di venerdì 20 novembre 2020.
TEMA DELLE GIORNATE
Il tema delle Giornate di studio, ripreso nel titolo sopra indicato, richiama l’attenzione sulla crisi legata al coronavirus, alle conseguenze ed alle sfide, positive e negative, che tale crisi può avere per il presente e il futuro delle organizzazioni e del lavoro. Il nostro obiettivo è dunque quello di:
A causa delle particolari condizioni entro le quali si svolgeranno le Giornate, abbiamo deciso di utilizzare una unica forma di partecipazione: i simposi tematici legati all’emergenza coronavirus. Inoltre, durante l’Assemblea annuale di Sezione, che si terrà al termine delle Giornate, verranno conferiti i Premi per la migliore Tesi di Dottorato e per il miglior Articolo Scientifico.
Alcune proposte circa le aree tematiche su cui concentrare i simposi
La scelta di dedicare alcune Giornate di studio all’impatto psico-sociale del Coronavirus sul mondo del lavoro e delle organizzazioni è nata da una più ampia riflessione in seno ad AIP sul ruolo che la Psicologia, nel nostro caso la Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni, potrebbe avere nella gestione del post-emergenza. Pertanto, sono state individuate una serie di aree tematiche che potrebbero fungere da spunto di riflessione per aggregare ricerche ed interventi in corso e suggerire possibili piste di riflessione nell’ambito dei simposi tematici. Non è da escludere la possibilità da parte dei soci di proporre contributi concentrati su aree di interesse affini ma diverse da quelle presentate di seguito.
Smart working, uso delle tecnologie e confini vita-lavoro
Secondo le stime del Ministero del Lavoro, aggiornate al primo maggio 2020, 1 milione e 800 mila persone hanno lavorato in modalità smart working durante la prima fase dell’emergenza (nel 2019 erano 570 mila). Sappiamo che lo smart working significa vantaggi per le organizzazioni (meno costi, più produttività), i lavoratori (flessibilità, risparmio di tempo, soddisfazione) e anche per l’ambiente con la riduzione del traffico e quindi dell’inquinamento. Al contempo, una non adeguata gestione può avere ripercussioni sul benessere dei lavoratori e sull’efficacia organizzativa. La questione centrale è pertanto capire se, alla luce di questa situazione inedita, lo smart working si stia sviluppando e rinforzando o in realtà stia diventando più fragile e con quali conseguenze. Temi specifici legati a ciò possono essere, la formazione dei lavoratori sugli aspetti tecnici del lavoro e sulle competenze digitali, come pure sulla gestione dei tempi di vita; la gestione a livello individuale ma anche organizzativo dei confini tra lavoro e privato o ancora gli interventi a livello manageriale per facilitare un cambio culturale, soprattutto in quelle organizzazioni meno favorevoli al lavoro agile. Inoltre, vi sarà la necessità di ripensare completamente i modelli basati sulla condivisione di spazi fisici e sulla creazione di reti, come gli spazi collaborativi di coworking, fab lab e simili.
Supporto alle organizzazioni
La fase 2 sarà orientata alla ripresa economica del Paese, che in questo momento rappresenta certamente una priorità, seppur subordinata a specifiche condizioni di sicurezza. Si prospetta quello che la letteratura scientifica di settore definisce un processo di change management. In questo scenario, l’organizzazione potrebbe essere chiamata ad affrontare grandi trasformazioni, di carattere strutturale, di strategie organizzative implementate, di processi lavorativi e condizioni ambientali e infine, di cultura aziendale nel suo complesso. Cruciale sarà, dunque, il ruolo del management, cui sarà chiesto di riguadagnare la fiducia e l’impegno dei propri dipendenti, di rinsaldare le relazioni nei luoghi di lavoro, di sviluppare creatività ed innovazione, di promuovere resilienza e capacità adattive a livello individuale e collettivo, di occuparsi del nuovo aumento del gender gap lavorativo, di supportare attivamente il cambiamento e vincere le comprensibili resistenze che potranno sorgere.
Comprensione dei bisogni dei cittadini, engagement e consumer education
Le misure restrittive attuate in questa emergenza hanno avuto ripercussioni sui cittadini producendo spesso allarmismo e senso di incertezza sul futuro e sulla propria condizione di salute. Questo ha avuto indubbie ricadute sugli stili di vita, sulle scelte e sui consumi delle persone. Lo scenario critico dell’epidemia da COVID19 ha, dunque, chiaramente messo in luce come le reazioni psicologiche dei cittadini all’emergenza (sanitaria, ma anche economica) possano avere un impatto riconfigurante non solo sulla vita dei singoli ma anche su quella delle organizzazioni. Comprendere le reazioni dei cittadini, i loro bisogni, le loro aspettative appare dunque cruciale sia per orientare iniziative di comunicazione, educazione e supporto rivolte alla popolazione, sia per sostenere il processo di trasformazione ed adattamento delle organizzazioni alla luce delle mutate esigenze del quadro.
Insicurezza lavorativa e occupabilità
Invitabile, nello scenario già delineato, un aumento della disoccupazione e della percezione di insicurezza lavorativa in chi continuerà a lavorare, con tutte le conseguenze economiche, psicosociali e sulla salute che le accompagnano. Assumono quindi un’importanza cruciale le politiche attive del lavoro e le misure che consentono di sostenere l’occupabilità delle persone. Pertanto sarà necessario sviluppare azioni innovative in risposta ai bisogni emergenti, dalla capacità di individuare tipologie di inoccupati e disoccupati per facilitare l’incrocio domanda-offerta di lavoro, all’implementazione di servizi innovativi mirati che consentano una riconversione lavorativa basata su progetti professionali costruiti sulla base delle competenze possedute ma anche dell’attuale mercato del lavoro. Particolare attenzione andrà dedicata al lavoro ‘in nero’. La sfida sarà duplice: progettare e mettere in atto un sistema di tutele e implementare azioni di supporto per il loro sviluppo che dia loro maggiore potere negoziale da un lato e prospettive di occupabilità dall’altro.
Stress lavoro-correlato, burnout e salute
La letteratura internazionale ha evidenziato da lungo tempo, come lo stress lavoro-correlato sia fra i principali rischi per la salute, la sicurezza e, indirettamente, per la performance dei lavoratori e delle organizzazioni. L’attuale emergenza e la gestione della Fase 2 comporterà la necessità di valutare attentamente le categorie professionali che potrebbero essere particolarmente vulnerabili a questa situazione emergenziale. Se da un lato infatti l’insicurezza lavorativa riguarderà tutti i lavoratori, dall’altro alcune categorie potrebbero essere particolarmente interessate da problematiche inerenti alla salute, come ad esempio chi opera nel contesto sanitario come pure chi lavora nella scuola. A fronte quindi del maggiore rischio di stress e burnout, per alcune categorie professionali sarebbe opportuno prevedere piani aggiuntivi di valutazione e intervento sullo stress lavoro-correlato (oltre a quanto previsto dal Decreto Legislativo 81), da un lato per identificare senza ritardo situazioni critiche e dall’altro per intervenire sull’organizzazione in ottica preventiva. Inoltre, le nuove modalità organizzative e i processi lavorativi imposti dalla situazione, per mantenere gli standard di sicurezza sanitaria, implicheranno delle conseguenze sul benessere dei lavoratori e del management, con alcune categorie di lavoratori (ad esempio, lavoratori anziani, lavoratori con malattie croniche o con disabilità) e alcuni settori economici (ad esempio, il settore dei trasporti, manifatturiero o la ristorazione) probabilmente più esposti. Più in generale, i grandi cambiamenti lavorativi a cui stiamo andando incontro, possono essere spunto per una riflessione più ampia sui paradigmi dominanti di efficientismo e razionalità, con l’esigenza di rimettere al centro del nostro interesse il benessere dei lavoratori.
COMITATO SCIENTIFICO:
Lorenzo Avanzi, Barbara Barbieri, Vincenza Capone, Marialuisa Farnese, Guendalina Graffigna, Andrea Gragnano, Dina Guglielmi, Silvia Ivaldi, Amelia Manuti, Monica Molino.
COMITATO ORGANIZZATIVO:
Il Comitato Organizzativo, essendo modalità telematica, coincide con il CE di Sezione: Lorenzo Avanzi, Guendalina Graffigna, Dina Guglielmi, Amelia Manuti, Monica Molino.
Indirizzo e-mail segreteria organizzativa: aip.psiorganizzazioni@gmail.com
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