Marcello Cesa-Bianchi ci ha lasciato. Alla commozione seguita all’apprendere stamane questa notizia, si accompagna la tristezza di perdere un altro importante protagonista della psicologia italiana. E il rammarico per averlo sentito al telefono, appena pochi giorni fa, entusiasta dell’invito a intervenire al convegno sulla storia delle psicologia siciliana che terremo a Catania in aprile. Previgente com’era, mi aveva comunicato di avere già acquistato i biglietti, e mi proponeva di parlare dei grandi vecchi, tutti scomparsi da tempo, che in Sicilia avevano fatto la storia recente della psicologia: da Gastone Canziani a Giovanni Sprini, da Angelo Majorana a Ettore Caracciolo.
Proprio di Angelo Majorana, mio maestro, era stato amico e spesso ospite negli anni in cui veniva a trovarci per le iniziative della Scuola Magistrale Ortofrenica regionale e altre occasioni congressuali, come i convegni di psicologia giuridica organizzati da Guglielmo Gulotta e Luisella De Cataldo a Siracusa e Noto.
Stamane ho rivisto alcune foto di Marcello, una – regalatami anni fa da Dolores Passi – in cui è ritratto in prima fila nella foto di gruppo del congresso degli psicologi tenuto in Cattolica nel 1956, accanto proprio a Majorana e a Canestrari, oltre che a Gemelli, Musatti, Metelli e altri grandi della psicologia italiana. Allora aveva tutti i capelli neri… altri tempi.
E un’altra foto in cui i capelli erano già imbiancati, alla fondazione dell’ ARIPT, Associazione di Ricerca e intervento in psicologia del turismo, della quale fu primo presidente.
E ancora una più recente, in occasione della lezione magistrale tenuta al congresso SIPI di Padova pochi anni fa, sul tema a lui caro della vecchiaia e di come invecchiare bene: argomento di cui era, oltre che studioso, testimonianza diretta.
Certo, le foto ci aiutano a ricordare. Ma persone come Marcello Cesa-Bianchi sono difficili da dimenticare, perché hanno segnato la storia della psicologia italiana. Storia che come presidente AIP mi sono impegnato a valorizzare, in sinergia con i colleghi e le colleghe che da anni lavorano in questo campo, e a vantaggio dei tanti giovani che hanno il diritto/dovere di ricordare chi ha sviluppato la psicologia nel nostro paese. Come Marcello, e tanti altri che in questi ultimi anni ci hanno lasciato, e il cui vuoto ci impegniamo a colmare con la memoria e con il lavoro attivo per conservarne l’eredità scientifica e culturale.
15.03.’18, Santo Di Nuovo
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