E’ scomparsa lo scorso 5 novembre Clotilde Pontecorvo, Professore Emerito di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione presso Sapienza Università di Roma.
Clotilde Pontecorvo ci ha lasciato ma la sua eredità, intellettuale e umana, resterà per sempre! Questo possiamo affermarlo con sicurezza; infatti, dobbiamo a lei l’introduzione nel contesto italiano di filoni di ricerca quali lo studio dell’interazione sociale nei contesti di apprendimento, lo studio delle discussioni durante le cene in famiglia, l’analisi del discorso in classe, l’acquisizione della lingua scritta e in generale il rapporto tra argomentazione e pensiero. Inoltre, ha promosso un approccio articolato e sofisticato alla formazione dei docenti e sulla continuità educativa. I suoi lavori sono stati pubblicati in tutto il mondo e tradotti in diverse lingue. Instancabile pensatrice, ha lavorato fino all’ultimo momento, sempre fedele a sé stessa e sempre attenta alle evoluzioni della società contemporanea. Da sottolineare anche la sua grande capacità di fare gruppo, grazie al modo tutto personale che aveva di interfacciarsi con i suoi allievi. Ci dava sempre del lei fino a quando riteneva che ormai fossimo “grandi” abbastanza e allora il tu era reciproco. Ti guidava con sicurezza e in modo sempre stimolante, voleva sempre di più ma era la prima a riconoscere e apprezzare i meriti di ciascuno. Lavorare con lei era sfidante ma altamente gratificante. L’effetto del suo essere docente e ricercatore è riconoscibile e facilmente rintracciabile in tutti i suoi discepoli, anche a distanza di anni.
Io, personalmente, di lei ho amato subito il suo cercare sempre l’interconnessione tra la ricerca e i problemi reali. Anche durante una recente intervista (da me effettuata nel 2020 per la Rivista Psicologia dell’Educazione) diceva: “La psicologia dell’educazione italiana, attualmente, mi pare sia poco presente nei dibattiti internazionali sui grandi temi”. Oggi i temi sono davvero grandi (il post-Covid; una guerra dietro l’angolo; l’aumento della povertà) e tutti ci auguriamo che il monito di Clotilde venga ascoltato e che la psicologia italiana riesca a trovare un suo specifico nell’ambito di un dibattito attento alle variegate realtà sociali e culturali che caratterizzano il nostro presente e determineranno il nostro futuro.
M. Beatrice Ligorio
Università degli Studi di Bari
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