È mancato il 20 giugno Dario Grossi, pochi giorni dopo aver compiuto 71 anni.
Esponente di spicco della scuola di neuropsicologia napoletana, dove si era laureato in Medicina nel 1974 e poi specializzato in Neurologia e Psichiatria. Già nel 1976 aveva organizzato il primo laboratorio di Neuropsicologia del sud Italia. Nella seconda Università di Napoli-Caserta fu prima professore associato nel 2001 e poi ordinario dall’anno seguente.
Fu direttore del Dipartimento di Psicologia dal 2012 al 2018, poi della Scuola di Specializzazione in Neuropsicologia, e dal 2013 al 2016 presidente della Società Italiana di Neuropsicologia, di cui nel 1997 era stato tra i soci fondatori.
Tra le sue tante pregevoli pubblicazioni – molte in collaborazione con Luigi Trojano – ricordo quelle sull’afasia, la demenza, la aprassia, il neglect, i disturbi frontali, e gli studi sul mental imagery nelle patologie e sul “clock test” e altri test di uso comune nella valutazione neuropsicologica. Spiccati interessi manifestava per gli aspetti riabilitativi dei deficit.
Eravamo quasi esattamente coetanei, da lunga data ci eravamo conosciuti e stimati, avevamo partecipato insieme al tavolo tecnico tra Ordine e Università, e ricordo la sua simpatia e le sue battute che rasserenavano i momenti difficili. Oltre la sua competenza scientifica e professionale.
Dario lascia un vuoto nella neuropsicologia italiana, ma anche un ricordo come persona di grande signorilità e disponibilità verso i colleghi e gli allievi.
S.D.
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