Un altro pezzo importante della psicologia italiana è venuto a mancare, Vittorio Cigoli.
 
Professore emerito di psicologia clinica nell’Università Cattolica di Milano, direttore del Centro Europeo di Assessment Terapeutico, autore insieme ad Eugenia Scabini di fondamentali testi sulla famiglia… mi fermo qui nella descrizione dei suoi titoli scientifici, che si trovano facilmente al link della pagina a lui dedicata, con curriculum integrale.
 
Ma non è tanto il “professore” Cigoli che voglio ricordare appena appreso della sua morte, quanto la “persona Vittorio”, davvero unica nel suo genere.
 
Lo conobbi per telefono mezzo secolo fa, in quanto insieme a Luigi Anolli stava introducendo in Italia il test di percezione motoria di Marianne Frostig su cui stavo facendo la tesi per la laurea in Filosofia. In modo gentile anche se un po’ burbero mi disse che “usassi pure il test come volevo”, se garante della mia capacità di trattarlo bene era il mio relatore, Angelo Majorana. Di quel lavoro che considerava un “incidente di gioventù” (tant’è che non comparve più nel suo curriculum) riparlammo, scherzandoci sopra, incontrandoci a Palermo agli inizi degli anni ’90, entrambi freschi di cattedra ed entrambi rivolti ad altri temi ed interessi di ricerca.
 
Partecipò, con la competenza  e l’entusiasmo che lo caratterizzavano, alle prime fasi di fondazione del progetto interuniversitario “Val.ter” (Valutazione delle terapie psicologiche). In Sicilia – tra lunghe passeggiate serali, cene a base di pesce, e commenti sulle alterne vicende delle squadre di calcio Cremonese e Catania – commentavamo i suoi scritti sulle nuove prospettive di ricerca sul sistema familiare e costruivamo un percorso di studi sugli strumenti e i metodi che ci accompagnò per decenni, insieme ai suoi validi collaboratori.
 
Ricordo lo stesso contagioso entusiasmo – tratto distintivo del sua persona – quando durante le visite a Milano faceva visitare la nuova sede di via Nirone, mostrava le apparecchiature che aveva ereditato da Gemelli (e anche la famosa poltrona), e gli affascinanti dipinti che andava raccogliendo per i suoi studi sulle analisi cliniche. E presentava con affettuoso orgoglio le sue allieve e i suoi allievi.
 
Ciao Vittorio. Dai tuoi libri i nostri studenti continueranno a imparare. Il tuo sorriso sempre pronto e aperto lo rivedremo nelle foto. Gli intrecci, i legami, gli affetti che hai saputo creare resteranno vivi in noi per sempre.
 
S.D.