Il 26 luglio è morto a 95 anni Albert Bandura, ed è doveroso ricordarlo in questa pagina dedicata in genere ai ricordi di colleghi italiani, perché Al ha avuto con l’Italia un rapporto intenso e continuativo, grazie alle ricerche condotte insieme al gruppo coordinato da GianVittorio Caprara e Tina Pastorelli.
Insieme a loro e al preside di psicologia di Roma Fabio Lucidi verranno organizzate iniziative per ricordarlo nei suoi aspetti scientifici, che sono ben noti a tutti. Chi non ha studiato i suoi testi sull’apprendimento sociale, dall’aggressività all’agentività e all’autoefficacia, le ricerche sulle condotte proattive? Indubbiamente Bandura è tra gli autori del XX secolo che più hanno contribuito allo sviluppo di una psicologia che è insieme sociale, evolutiva ed educativa, e sperimentale, con importanti ricadute sul piano sia organizzativo che clinico: quello che la psicologia moderna dovrebbe essere – al di là degli steccati dei settori scientifico-disciplinari croce e delizia dell’accademia italiana – per essere anche socialmente utile.
Ma non è lo scienziato Bandura che voglio qui ricordare “a caldo” dopo la sua scomparsa, lo faranno GianVittorio e Tina e gli altri che più di me lo hanno conosciuto e frequentato. Invece un ricordo personale del periodo che Al trascorse in Sicilia nel 2004 per ricevere la laurea honoris causa nell’Università di Catania e per inaugurare il corso di laurea di psicologia ad Enna (momenti ai quali si riferiscono le due foto in apertura e chiusura di questo testo).
Arrivato dal lungo volo intercontinentale anziché riposarsi come sarebbe stato logico per un quasi ottantenne, volle partecipare subito ad una cena apprezzando cibi e vini siciliani, e poi ad una gita nella riviera dei Ciclopi e a Taormina, accusando qualche segno di stanchezza che preoccupò me e Tina Pastorelli. Poi, dopo la cerimonia della laurea, la conferenza ad Enna e il desiderio di visitare anche Agrigento “while we are here”… instancabile alla scoperta di novità con la eccezionale open mindedness che lo contraddistingueva nella attività scientifica e nella vita personale. Una memoria indelebile per me e per l’intera psicologia siciliana accorsa ad incontrarlo e ascoltarlo.
Tutti lo ricordiamo, oltre che come grande scienziato, come una gran bella persona, onore e vanto della psicologia mondiale, e un po’ anche di quella italiana che con lui ha avuto l’onore di collaborare.
S.D.